Le pulizie di primavera sono entrate a far parte della vita di tutti noi, ma da dove nascono?

Ci sono due aspetti, uno più legato ad una cerimonia religiosa e l’altro più pratico, per i quali si decide di ripulire tutta la casa proprio in questo periodo dell’anno.

La tradizione

Le pulizie di Pasqua hanno un’origine molto lontana; nascono infatti da un’usanza che si celebra in occasione della Pasqua ebraica (Pesach).

In questo periodo dell’anno gli ebrei devono liberarsi da tutto il lievito presente in casa per celebrare la fuga dall’Egitto.

Per fare ciò tutta la famiglia viene coinvolta per ripulire anche la più piccola briciola di cibo lievitato o di lievito e diventa quindi necessario passare in rassegna tutta la casa.

La motivazione pratica

L’aspetto più pratico, legato a questa usanza, riguarda il fatto che l’inizio della bella stagione ci consente finalmente di spalancare le finestre e arieggiare tutti i locali dopo un inverno dove i riscaldamenti l’hanno fatta da padrone.

In particolare, questa necessità era molto sentita quando nelle case il riscaldamento era prodotto da camini, stufe o candele che rilasciavano residui di fumo su pareti e tessuti.

Da dove partire?

Se vuoi qualche consiglio pratico su come organizzare le pulizie di primavera, ti consiglio di leggere questo articolo.

Oggi mi piacerebbe invece affrontare gli aspetti meno pragmatici che però sono altrettanto importanti.

Decluttering & Cleaning therapy

Quando affronterai queste grandi pulizie potrà capitarti di imbatterti in cose che nemmeno ricordavi di avere.

Cosa fare in questo caso? Ripulirle e metterle a posto? Se mi segui da un po’ saprai che le pulizie sono un’ottima occasione per liberarci di tutto quello che appesantisce inutilmente la nostra casa.

Il termine inglese per definire questa attività è decluttering e io ne sono una grande fan.

Liberarsi di tutto ciò che è superfluo, che è rotto o che non ci piace più ha un effetto molto positivo anche sulla nostra mente (oltre ad aumentare lo spazio in casa)

Alcuni esperti parlano di pulizie terapeutiche o letteralmente “terapia delle pulizie” (in inglese cleaning therapy).

Questo parte dal presupposto che tra spazio e corpo ci sia una profonda correlazione e che la nostra casa rappresenti la nostra personalità.

Liberarsi quindi di tutti gli accumuli (in inglese “clutter”) ti permetterà di eliminare anche di tutti i pensieri che ti hanno appesantito e lascerà spazio a nuovi stimoli e nuove energie.

Se pensi di avere difficoltà nel liberarti degli oggetti ti ricordo che ciò non significa necessariamente buttare, ma può voler dire vendere o donare a chi ne ha bisogno, questo forse ti aiuterà sentirti meno in colpa.

Un libro che ho trovato molto interessante e che parla proprio di questo argomento è “L’arte di buttare” di Nagisa Tatsumi, che ha ispirato anche Marie Kondo con la sua filosofia “tieni solo ciò che ti rende felice”.

Se vuoi acquistarlo puoi cliccare qui, oppure direttamente sull’immagine qui sotto:

Ascolta il tuo corpo

Proprio perché organizzare le pulizie di primavera può avere implicare anche un risvolto emotivo, il mio consiglio è quello di non darsi obiettivi troppo pretenziosi.

Affronta una zona alla volta e verifica come risponde il tuo corpo, quante energie hai dovuto mettere in gioco.

Ci saranno ambienti che affronterai in maniera più serena e altri che forse richiederanno maggiore impegno; quindi, pianifica le tue giornate di conseguenza.

Premiati

Ritengo sia sempre molto importante premiarsi quando si raggiungono dei risultati.

Passare in rassegna tuta la tua casa, ripulendo tutto e liberandoti delle cose che la appesantivano e portando una ventata di freschezza, mi sembrano un’ottima ragione per dedicare del tempo a te stessa.

Approfitta quindi, una volta terminate le pulizie di primavera, di questa occasione per andare a vedere una mostra, farti fare un bel massaggio, passare una giornata all’aria aperta o farti un regalo che desideravi da tempo.

Se vuoi raccontarmi la tua esperienza su come organizzare le pulizie di primavera, lasciami pure un commento.

Se invece pensi che sarebbe utile fare una chiacchierata con me, contattami così ci prenderemo un caffè insieme.