12 Mag Hai mai pensato a quante cose fai per abitudine?
Hai mai avuto il desiderio di cambiare abitudini?
Dal momento in cui ci svegliamo, tutti noi compiamo una serie di azioni automatiche come ad esempio preparare la colazione, lavarsi i denti e, più recentemente, ricordarsi di prendere la mascherina prima di uscire.
Ebbene, secondo una ricerca condotta nel 2006 dalla Duke University, più del 40% delle nostre azioni quotidiane non sono frutto di decisioni coscienti ma di abitudini.
Per approfondire l’argomento, ho deciso di leggere il libro “Il potere delle abitudini” di Charles Duhigg che illustra in maniera semplice e scorrevole, come queste azioni siano parte integrante della nostra vita.
Cosa sono le abitudini?
Le abitudini sono comportamenti o azioni che ripetiamo in maniera automatica.
Esse ci permettono di fare una cosa con difficoltà la prima volta, ma col passare del tempo di svolgerla sempre più facilmente per arrivare, con un esercizio sufficiente, a compierla in maniera semi-meccanica oppure senza quasi averne coscienza.
Il motivo per cui le utilizziamo è che il nostro cervello preferisce non sprecare energia quando deve affrontare una nuova attività e quindi si affida a meccanismi già noti, anziché valutare nuove possibilità.
Il funzionamento di questi automatismi, così radicati nella nostra vita, viene chiamato il “circolo dell’abitudine” e può essere rappresentato in questo modo:
Come funziona il circolo dell’abitudine?
Nel dettaglio:
- il segnale suggerisce alla mente quale abitudine innescare, facendoci compiere la routine
- la routine che può essere di tipo fisico o mentale, è l’azione che compiamo in modo ripetitivo
- la gratificazione aiuta il cervello a ricordare che questo circolo è degno di essere utilizzato nuovamente in futuro
Publio Ovidio Nasone affermava che “Niente è più forte dell’abitudine”
In effetti, segnale e gratificazione si legano in maniera talmente forte da creare l’abitudine alla quale non riusciamo a rinunciare.
Una volta creato il meccanismo segnale-gratificazione, ci si aspetta la ricompensa ancor prima di riceverla. Questo fa nascere in noi il desiderio di iniziare la nostra attività abituale e questo ci fa capire perché non è facile cambiare abitudini.
Si può eliminare una cattiva abitudine?
Eliminare del tutto un’abitudine non è possibile. Possiamo però cambiarne una già esistente.
Duhigg ci spiega che è molto importante individuare quale siano il segnale e la gratificazione relative all’abitudine che vogliamo modificare. A questo punto possiamo intervenire agendo sulla routine.
Mi spiego con un esempio:
Se di tanto in tanto ti alzi dalla scrivania per bere un caffè, ma alla fine della giornata ti rendi conto che hai bevuto decisamente più caffè di quanto avresti voluto, è importante analizzare come si è creata questa abitudine.
Potresti scoprire che dietro questa routine, c’è una semplice voglia di prendersi una pausa dal lavoro.
La noia (segnale) innesca la voglia di andare a prendersi un caffè nella sala pausa (routine) dove probabilmente chiacchieriamo con qualche collega (ricompensa).
Una volta capito che quello che stai cercando è una la distrazione dal lavoro, ti basterà sostituire la routine recandoti alla scrivania di un collega o uscendo a prendere una boccata d’aria, anziché andare nella sala caffè.
Come si cambia un’abitudine?
Riassumendo, il processo per modificare un’abitudine è il seguente:
- identificare la routine
- individuare il segnale che scatena la routine
- riconoscere la gratificazione
- sostituire alla routine negativa una routine positiva che possa dare la stessa gratificazione
Ricorda che per affrontare qualsiasi cambiamento di routine è fondamentale avere una buona dose di forza di volontà e, quando questa si esaurisce, pianificare una serie di piccole abitudini che ci permettano di affrontare le difficoltà.
Un altro aspetto importante è credere nel cambiamento e se l’abitudine è molto difficile da modificare può essere fondamentale far parte di un gruppo di persone che possano capirci e condividere con noi le nostre piccole vittorie.
In chiusura voglio salutarti con un pensiero di Aristotele che ribadisce ancora una volta il potere delle abitudini
Noi siamo quello che facciamo costantemente, l’eccellenza quindi non è un atto ma un’abitudine.
Se ti fa piacere, scrivi nei commenti se hai intenzione di cambiare abitudini o se ti è già capitato in passato.
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