La settimana scorsa abbiamo visto insieme cosa vuol dire disorganizzazione-cronica, oggi invece ti parlerò di una vera e propria patologia e cioè della disposofobia, o disturbo da accumulo.

Che cos’è?

Il disturbo da accumulo o disopsofobia è una patologia caratterizzata da un bisogno compulsivo di acquisire una notevole quantità di beni, anche se inutili, pericolosi o insalubri, che provocano impedimenti e danni significativi ad attività essenziali della vita domestica.

In altre parole, chi soffre di questa patologia, sente la necessità continua di acquisire qualsiasi tipo di oggetto, che gli  possa essere utile o meno, e poi non riesce a disfarsene.

Acquisire non significa solo acquistare, ma anche prendere tutti i gadgets gratuiti che vengono proposti o tenere tutti i volantini che si ricevono per posta, ecc.

A lungo andare tutto ciò ha un impatto sulla qualità della vita di questa persona; gli oggetti prenderanno il sopravvento e ricopriranno tutte le superfici e i pavimenti, fino ad impedire una vita normale.

Nelle case degli accumulatori, infatti, diventa praticamente impossibile svolgere le normali attività quali pulire, cucinare o usare il bagno e spesso bisogna farsi spazio tra gli oggetti per riuscire a muoversi da una stanza all’altra.

Come si riconosce un accumulatore?

Quando dico di essere una Professional Organizer, sento spesso questa frase: “…avrei proprio bisogno del tuo aiuto mio marito/mia moglie/una mia amica è un accumulatore/accumulatrice”.

Bisogna fare molta attenzione nell’utilizzare questo termine; l’accumulo compulsivo, o disposofobia,  è una vera e propria patologia mentale che può essere diagnosticata solo da uno psichiatra.

Il supporto che il Professional Organizer (necessariamente specializzato in disorganizzazione cronica e disturbo da accumulo) può dare nei casi di dispososfobia è sempre di tipo pratico ed è sempre in affiancamento ad una struttura sanitaria o ad un medico professionista, che gestisce l’aspetto psicologico del trattamento.

L’accumulatore non è un collezionista

Non dobbiamo confondere un accumulatore con chi si occupa di collezioni.

Chi soffre di dispososfobia, conserva qualsiasi cosa, anche se non ha alcun valore economico o affettivo. Nei casi più gravi può arrivare anche ad accumulare sporcizia.

Il collezionista invece, conosce esattamente il valore dei propri oggetti, li tiene con molta cura e sa esattamente dove sono esposti o custoditi.

Quanto è diffusa questa patologia?

Per sua natura, la disposofobia è un fenomeno molto nascosto, e spesso se ne viene a conoscenza solo quando fa notizia sulle pagine di cronaca.

Si stima, comunque, che ne soffra tra il 3% e il 6% della popolazione mondiale.

I Paesi anglosassoni sono stati tra i primi a diagnosticare e a riconoscere questo disturbo che in inglese si chiama hoarding disorder.

Forse ti sarà capitato di vedere queste serie tv: “sepolti in casa”, “accumulatori seriali” o “accumulatori estremi”. Queste trasmissioni hanno evidenziato quanto sia possibile trovare situazioni di questo tipo, molto più frequentemente di quanto si possa immaginare.

Come si cura?

Come anticipato, la cura della disposofobia deve essere gestita in primo luogo da uno psichiatra o da una struttura sanitaria.

In alcuni Paesi all’estero, esistono dei protocolli ben definiti per la gestione di questa patologia.

In Italia siamo ancora agli inizi da questo punto di vista ma, un Professional Organizer specializzato, ha a disposizione vari strumenti per riconoscere il livello di accumulo (non il disturbo) e per collaborare con gli specialisti che hanno in cura l’accumulatore.

Se vuoi saperne di più sulla disposofobia, puoi lasciarmi un tuo commento o contattarmi direttamente.

Se invece pensi che sarebbe utile fare una chiacchierata con me, contattami così ci prenderemo un caffè insieme.